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domenica 25 marzo 2012

IL DECALOGO DELLA PERSONA ASSERTIVA

Visto il grande interesse che ha suscitato tra i miei amici su Facebook, ripropongo qui i dieci diritti della persona assertiva.
In estrema sintesi è assertivo chi non è aggressivo e quindi non si impone sugli altri, ma non è nemmeno passivo e quindi sottomesso agli altri. E' la persona autorevole ma non autoritaria che riesce a comunicare con efficacia e senza paura il proprio punto di vista senza sopraffare quello degli altri.

Non tutti nasciamo assertivi ma la buona notizia è che possiamo diventarlo, è certamente richiesto un notevole impegno sia a livello di pensiero sia di comportamento. Vediamo come fare leggendo il decalogo della persona assertiva:

IL PRIMO DIRITTO: AUTONOMIA DI GIUDIZIO


Voi soli avete il diritto di giudicare il vostro comportamento, i vostri pensieri e le vostre emozioni, e di assumervene la responsabilità accettandone le conseguenze. (M.J.Smith, When l Say No l Feel Guilty)
Il primo diritto riguarda la libertà di scegliere, e implica una precisa assunzione di responsabilità nei confronti delle scelte. Il primo diritto si può perciò esprimere nella massima : “Non tradire mai te stesso”.


Il SECONDO DIRITTO : RISPETTO DI SE’




 Voi avete il diritto di non giustificare il vostro comportamento adducendo ragioni o scuse. ( M.J.Smith, When I say No I feel Guilty)
Si chiede scusa quando si sbaglia, causando danno a qualcuno: se non sussiste colpa o danno non è necessario giustificarsi con chi ha interesse a controllare i nostri sentimenti lasciando intendere che potremmo anche essere degli irresponsabili. Il fatto è che coloro che ci fanno sentire in colpa, chiedendo giustificazioni per il nostro comportamento, più che essere interessati alla verità sembrano interessati a mantenere una posizione di potere su di noi.


IL TERZO DIRITTO: GIUSTIZIA DISTRIBUTIVA




 Voi avete il diritto di decidere se occuparvi degli altri,se essere responsabili degli altri. (M.J.Smith, When I say No I feel Guilty)
In linea di massima,dovremmo evitare di assumerci delle responsabilità al posto di coloro che rifiutano di prendersele .
Il concetto di giustizia distributiva richiede un equilibrato distribuirsi delle attenzioni tra tutti gli interessati, noi compresi : cosi', la decisione di aderire a richieste di favori e di impegno, non dovrebbe ritorcersi contro di noi . Abbiamo la parità dei diritti ! Quindi le nostre esigenze non vanno trascurate .



IL QUARTO DIRITTO: CAMBIARE OPINIONE





Voi avete il diritto di mutare parere e opinione (...) di cambiare il vostro modo di pensare. (M.J.Smith, When I say No I feel Guilty)
Accade tuttavia che, se il cambiamento è negli altri , allora può sembrare preferibile la coerenza.
Il comportamento di chi è coerente è infatti più facilmente prevedibile e quindi controllabile!
Accogliere idee diverse , cambiare il proprio modo di pensare, sviluppare nuove convinzioni, non è solo inevitabile, ma in fondo , auspicabile. Ricordati che e' segno di libertà il poter cambiare opinione!



IL QUINTO DIRITTO: APPRENDIMENTO PER TENTATIVI ED ERRORI




Voi avete il diritto di sbagliare, assumendovi la responsabilità delle eventuali conseguenze negative.( M.J.Smith, When I say No I feel Guilty)
Può succedere di sbagliare senza che ciò sia segno di colpa o di cattiva volontà: se l'errore non è stato intenzionale, non si può parlare di colpa. Devi accettare le cose brutte del tuo stile, quasi come le cose brutte del tuo volto.(Wittgenstein)



IL SESTO DIRITTO: AUTONOMIA EMOTIVA






 Voi avete il diritto di non farvi coinvolgere dalla benevolenza che gli altri mostrano quando vi chiedono qualcosa. ( M.J.Smith, When I say No I feel Guilty)
Ci sono persone che di fronte a qualcuno che si mostra ben disposto ed amichevole nei loro confronti, per timore di perderne l'amicizia, non sanno rifiutare nulla oppure evitano di accettare favori nel timore di doverli poi ricambiare.La persona assertiva invece, distingue i due aspetti del rapporto, la benevolenza e l'impegno a soddisfare le esigenze. E' vero che qualche volta qualcuno si offende, ma ciò va considerato un problema suo e non nostro: la suscettibilità è un vizio, non una virtù.



IL SETTIMO DIRITTO: SPONTANEITA' E FANTASIA


Voi avete il diritto di essere illogici nelle vostre scelte (M.J.Smith When I say No I feel Guilty)
Privilegiare eccessivamente la logica è, secondo Smith, un segno di immaturità affettiva, che si esprime nella convinzione che tutto in noi debba essere sostenuto da "buone ragioni". Già Freud aveva osservato che la razionalità è,spesso,patologia. Così Wittgenstein: "Non temere mai di dire cose insensate! Ma ascoltale bene quando le dici." Accettare quindi, anche per noi, una forma di irrazionalità superficiale, richiede la capacità di fidarsi di ciò che possiamo generare dal profondo di noi stessi.

L'OTTAVO DIRITTO: SAPER DI NON SAPERE


Voi avete il diritto di dire "Non so" quando vi si chiede una competenza che non avete.( M.J.Smith, When I say No I feel Guilty)
A livello teorico è il diritto di non nascondere la propria ignoranza di fronte a domande a cui non sappiamo rispondere, o di fronte a discorsi al di fuori della nostra comprensione.
In pratica capita di fingere di conoscere ciò c...he gli altri danno per scontato : "Sai benissimo che.." e noi, invece di dire che non sappiamo, annuiamo convinti.
Questo diritto riguarda anche la libertà di affrontare nuove situazioni, senza pretendere di possedere la conoscenza preliminare di ogni loro aspetto, ma accettando di procedere per tentativi ed errori.
Molte forme di ansia sociale, come quella di parlare in pubblico, hanno origine dalla paura di sbagliare: si cerca la sicurezza di un risultato brillante, prima di iniziare ad affrontare la prova: è come se si volesse la garanzia di saper nuotare prima di buttarsi in acqua per imparare (Hegel).




IL NONO DIRITTO: AUTONOMIA DEI PUNTI DI VISTA



Voi avete il diritto di dire "Non capisco" a chi non dice chiaramente che cosa si aspetta da voi. ( M.J.Smith, When I say No I feel Guilty)
Nei rapporti di natura affettiva, spesso, si dà per scontato che debbano essere gli altri a capire i nostri sentimenti e le nostre esigenze: "se mi vuole veramente bene, deve capire da sé ciò che mi fa piacere e ciò che mi dà fastidio".
Sembra un controsenso che una persona possa interessarsi a noi ed insieme non riuscire a capirci.
E d'altra parte se qualcuno si mostra risentito perchè noi non l'abbiamo capito, siamo portati a sviluppare un sentimento di autorimprovero.
In realtà chi vuole veramente essere capito, deve personalmente impegnarsi perchè ciò avvenga. Si tratta di un diritto a due facce: tu hai il diritto di dire che non capisci, ed io ho il diritto di scegliere se darmi da fare oppure no perchè tu possa capire chiaramente.




IL DECIMO DIRITTO: LIBERTA' DI SCELTA



voi avete il diritto di dire "Non mi interessa" quando gli altri vi vogliono coinvolgere nelle loro iniziative. (M.J.Smith, When I say No I feel Guilty)
L'immagine di sè, il senso della propria autonomia, si rafforzano coltivando i propri interessi. Chi è portato invece ad assecondare gli interessi degli altri dimenticando se stesso, vede col tempo sbiadire l...a propria personalità.
Una variante sottile della dipendenza dalle iniziative altrui è quella del perfezionismo: chi vuole migliorare se stesso per raggiungere i risultati più ambiziosi, non si accetta come persona e pospone le sue inclinazioni ad altre derivate dall'esterno: dalla pubblicità, dagli educatori, dai miti del suo tempo e dela moda: ses volete essere perfetti in ogni cosa ( persino nell'essere assertivi), siete destinati ad essere insoddisfatti e frustrati.

In conclusione possiamo dire che tutti i diritti possono ricondursi a quello di dire di no senza sentirsi in colpa !

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